1 | 2690 Visite
Non c’è dubbio che un “primo incontro” è un momento “clou”, direi “la “prova finestra” - (per citare una antica pubblicità) della nostra simpatia personale, cioè della capacità “innata” di suscitare attrazione e interesse nell’interlocutore/trice. Ci sono decine di film, racconti, pièces teatrali incentrati sulle avventure /disavventure derivanti da un primo incontro tra un “lui e una lei”. Le antiche favole di solito concludevano il racconto con un “e vissero sereni e felici”.
Ma oggi la complessità sociale in cui si vive ci espone alla frequentazione e alla valutazione di una cerchia di persone molto ampia, con gusti, preferenze, “stili di vita” molto differenziati, talora in grado di incontrare la nostra istintiva simpatia, o anche soltanto il desiderio di approfondire la conoscenza personale. Ma cosa si intende veramente, nella vita di tutti i giorni, per “simpatia” quando si parla di persone di una certa età, diciamo ultracinquantenni, ad esempio? E quali sono i rischi, i comportamenti da evitare, quelli che possono trasformare in breve un incontro che era stato previsto come gradevole, in una inutile e antipatica discussione, in cui ciascuno degli interlocutori parla “per sé” e non ascolta l’altro, o in cui ciascuno tende a “vendere” una immagine di sé, magari lontana dai clichés propri dell’interlocutore?
Intanto occorre che ci sia una reale “curiosità” di ciascuno per l’altro: qualcosa che renda ciascuno “interessante” per l'altro.
Chi si appresta a vivere il suo primo date, dovrebbe prestare attenzione a diversi aspetti: dalla scelta del luogo dell’incontro, agli argomenti da trattare o da evitare e infine a quei comportamenti che contribuirebbero a renderlo una compagnia simpatica e piacevole. Mentre un single di 30 anni cerca un partner molto spesso nell’ottica di fondare una famiglia, con l’avanzare dell’età, da un incontro ci si aspetta essenzialmente di trovare una persona piacevole e con la quale ci sia simpatia e divertimento.
Ci sono però alcuni atteggiamenti che, sebbene posti in atto inconsapevolmente, potrebbero rovinare velocemente l’atmosfera dell’incontro. Proveremo ad esaminare di seguito alcuni dei più „dannosi“.
Narcisismo
Molte persone possono sembrare interessate solo a se stesse e poco interessate all’interlocutore al quale non rivolgono quasi mai domande. Parlare solo di sé o dei propri interessi è indice di una forte dose di narcisismo, qualche anche espressione di timidezza o anche il modo più facile per ovviare ai temuti vuoti di conversazione.
Competitività
La competitività è un atteggiamento che caratterizza la realtà quotidiana di molti uomini che spesso la trascinano anche nelle conversazioni private con un potenziale partner. Naturalmente ci sono anche donne che vivono in questo costante stato di stress e sono di regola coloro che occupano posizioni di leadership professionale (ma non necessariamente!). Un atteggiamento troppo competitivo rischia di trasformare anche una semplice conversazione privata in una sfida. Un atteggiamento dissuasivo più che simpatico...
Pessimismo
Alcune persone vedono e dipingono di nero ogni aspetto della loro vita, compresi i momenti di conversazione e scambio con un possibile partner. È un atteggiamento che andrebbe assolutamente evitato. Specialmente durante la prima fase di conoscenza, converrebbe infatti lasciare da parte il proprio pessimismo, anche se originato da spiacevoli vissuti del passato. Nei “negativi” si nasconde un pericolo molto grande: spesso li troviamo a parlare in termini negativi di altre persone, cosa che fa scaturire nell’interlocutore la sensazione di essere poter essere ugualmente valutato negativamente e con poca attenzione alla complessità dei propri problemi.
È quindi bene fare attenzione, perché un comportamento di questo tipo non costituirebbe un buon viatico in una persona di una certa età.
Sorriso stampato
In questo caso si correrebbe il rischio di essere valutati come ipocriti o attori che recitano una parte in cui non credono, e vale sia per gli uomini che per le donne.
La conversazione di un primo appuntamento non deve rischiare di assomigliare a un esame, anche se ovviamente è meglio che non scada troppo nel banale. Ognuno dovrebbe essere e dimostrare di essere sempre se stesso, che è poi ciò che rende una persona carismatica.
Sapientone sputasentenze
Questa tipologia di interlocutore è considerata veramente insopportabile, non solo per i continui consigli non richiesti, ma anche per la loro struttura comunicativa: la tendenza a interrompere sempre su qualsiasi tema perché ritengono di essere gli esclusivi depositari della verità.Tra l’altro il rischio è di cadere nel banale o nel risaputo, scoprendo rapidamente che le proprie fonti di informazione sono di livello inattendibile. Data l’attuale gara dei social network a fornire informazioni tanto stupefacenti quanto non veritiere, questo è un pericolo che sta diventando sempre più frequente.Il tentare di essere brillanti ad ogni costo espone a rischi rilevanti: non conviene andare oltre l’opportuna e necessaria gradevolezza di una conversazione pacata e intelligente. La citazione colta va anch’essa valutata con attenzione, per non correre il rischio di sentirsi correggere un’imprecisione o di aver citato l’autore sbagliato.
Direi che a questo punto, il modo migliore per concludere sia con la saggezza di una citazione latina: “Est modus in rebus” (Orazio)
Foto: (c) V&P Photo Studio /fotolia.com
EMILIA31, 13.06.2019