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Parliamo di un atto che tutti praticano, fin da quando si è bambini, ma che pochi osano confessare.
La psicanalisi l’ha definita una delle fasi naturali della vita sessuale e persino la medicina ha assolto l’autoerotismo. Eppure l’argomento resta tabù: se ne parla poco, e sempre con imbarazzo. Lo stesso termine “masturbare” deriva dal latino e significa, con una connotazione negativa, “stuprare con la mano”
La masturbazione o autoerotismo, viene detta anche onanismo. Il termine deriva da Onan, un personaggio della Genesi. Anche se, per essere precisi, fu condannato da Dio non per autoerotismo, bensì per coitus interruptus con il quale disperdeva il seme per non aver figli da Tamar, la vedova del fratello, che aveva sposato.
Se Diderot, ne parlava come "la cosa dolce e il momento delizioso", Sartre lo definiva invece come "un puro atto demoniaco”.
L’autoerotismo attraverso I secoli.
Già le donne primitive si erano dedicate ai piaceri “della mano”: nel 2005, nella caverna di Hohle Fels (Germania) è stato trovato un fallo di pietra levigata di 28 mila anni fa il primo “dildo” (giocattolo sessuale a forma fallica) della storia. Al museo dell’antica cultura sessuale di Shanghai, è esposto un fallo verde di 4 mila anni fa: in Cina la masturbazione era considerata innocua per le donne ma pericolosa per gli uomini, perché si riteneva uno spreco di energia vitale. Insomma, il contrario di quanto avviene oggi: la masturbazione femminile è più tabù di quella maschile.
Nel suo libro "Nouvel éloge de la masturbation", il sessuologo Philippe Brenot ha trattato tutta la complessità legata al senso di colpa collettivo che questo atto provocava in passato. Lo stesso approccio si trova nel libro "Saggio sulle malattie prodotte dalla masturbazione", pubblicato nel 1758 a Losanna da Samuel Tissot, un noto medico. Quest'ultimo ha raccontato i cosiddetti mali causati, secondo lui, dall'onanismo, e rappresenta il primo trattato “scientifico” in cui venivano elencati i danni causati dalla masturbazione, primo tra tutti la cecità dovuta alla perdita di zinco durante l’eiaculazione, un oligoelemento importante per la protezione dell’occhio dalla luce. Infine, dato che l’orgasmo era simile a una scarica epilettica, si credeva che la masturbazione causasse l’epilessia.
Sulla rivista scientifica L'Encéphale, pubblicata nel 1882, il medico turco Démétrius Zambaco raccontava che due giovani sorelle che, abbandonatesi a un onanismo "sfrenato", furono costrette a indossare una camicia di forza, vennero frustate e poi bruciate perché "solo la cauterizzazione con il ferro incandescente avrebbe dato risultati soddisfacenti". Durante questo secolo, furono inventati anche oggetti per combattere la masturbazione, come corsetti per ragazze e ragazzi, anelli per il pene anti-masturbazione e altre diavolerie. Quando alla fine del XVII secolo, l'olandese van Leeuwenhoek scoprì lo sperma, la masturbazione divenne sinonimo di genocidio, poiché provocava la morte di un "piccolo essere completo che voleva solo crescere"...
Tra le credenze del XVIII secolo, si diceva che le donne che si masturbavano avessero un clitoride sovradimensionato. Si diceva che alcune donne, soprattutto le lesbiche, avessero "un clitoride grande come il collo d'un'oca" e spesso venivano punite in pubblico con la fustigazione. Un secolo dopo, i Goncourt sostennero che George Sand avesse un clitoride così grande da essere uguale al loro pene.
Ma fortunatamente, la masturbazione non è sempre stata fonte di imbarazzo, come ad esempio nell'antica Roma, o ai tempi di Luigi XIII, che si dice fosse stato iniziato all’autoerotismo proprio dalla sua balia.
Il piacere nell'arte.
In diversi quadri del '700 l'allusione alla masturbazione era più o meno evidente, ma è con il '900 che l'autoerotismo viene sdoganato dall'arte.
Nel 1913 il pittore austriaco Gustav Klimt esaltò l’autoerotismo delle donne in vari dipinti. Negli anni ’20, a Parigi, i surrealisti, come André Breton e Luis Buñuel, usavano riunirsi nelle loro case per riti collettivi di autoerotismo come atto di anticonformismo. E Salvador Dalì dedicò al piacere solitario una delle sue opere più note, Il grande masturbatore.Il “vizio segreto” diventò poi anche performance: nel 1972, l’artista italo americano Vito Acconci, nascosto sotto il un sottoscala di una galleria d'arte di New York, si masturbava raccontando al pubblico, attraverso un altoparlante, le sue fantasie erotiche. L’opera (vivente) si intitolava Il semenzaio e nel 2005 fu replicata da Marina Abramovic.
Masturbazione, essenziale per il benessere.
Durante l'atto, il cervello rilascia endorfine, o ormoni del piacere, che forniscono un senso di benessere, inoltre, favorisce il sonno ed è meno nocivo di un sonnifero e più efficace di una tisana.
La diminuzione della pressione sanguigna, unita all'orgasmo che esaurisce il corpo, provoca quasi istantaneamente un sonno tranquillo. La masturbazione è ampiamente praticata tra i giovani ragazzi. L'atto permette di conoscere il proprio corpo e le sue reazioni, di alleviare la tensione, di provare piacere da soli, insegna il controllo dell'erezione e dell'eiaculazione e la pratica continua ben oltre l'adolescenza. L'87% degli uomini ammette infatti di masturbarsi regolarmente. Tre orgasmi a settimana (da soli o con un partner) ridurrebbero del 50% il rischio di problemi cardiovascolari. Sembra essere anche un bene per la prostata e riducendo - secondo uno studio australiano, di circa il 30% il rischio di cancro ad essa associato. Infine, la masturbazione sviluppa l'immaginazione, le fantasie. In una coppia, alimentando una sessualità giocosa e esplorativa.
Masturbazione in coppia.
Molte persone, pur desiderandolo, non hanno il coraggio di farlo durante il sesso con il proprio partner. Secondo Catherine Solano, sessuologa, sono ci sarebbero diverse varianti: entrambi i partner possono accarezzarsi l'uno di fronte all'altro, ciascuno può stimolarsi a vicenda durante la penetrazione, la fellatio o il cunnilingus, potete prendere la mano del vostro partner e accarezzarvi con essa, guidare il vostro partner durante la stimolazione del pene o del clitoride. Il partner può aumentare la sua eccitazione guardando l'altro che si masturba durante l'atto d’amore, fatto che contribuisce a rendere più piccante il rapporto e nello stesso tempo a evitare frustrazione quando il partner non ha raggiunto l'orgasmo.
Espressioni divertenti.
Se fra estranei, la masturbazione è un tabù quasi innominabile, si riscatta invece nel linguaggio volgare che è ricco di modi espressivi per definirla. Con allusioni (bricolage, solitario, lavori manuali) o descrivendo il modo meccanico di praticarla (sega, raspa, pugnetta, ditalino).
In questo ambito, tutto il mondo è paese: in cantonese, chi si dedica ai piaceri solitari “mangia se stesso” (set tsi gei). In catalano si dice “cinque contro il calvo” (cinc contra el calvo, in tedesco Fünf gegen einen, “cinque contro uno”), mentre in inglese si usa l’espressione cruenta “strozzare il pollo” (choke the chicken). In francese, il pene costretto a piaceri solitari è detto “vedova” (veuve).
Ma se le espressioni che descrivono l’atto sono colorite, chi si dedica al sesso solitario (segaiolo, pippaiolo...) è invece oggetto di disistima e disonore, soprattutto per i maschi, ritenuti incapaci di avere una partner. Infine, una categoria particolare di autoerotismo è quello cerebrale (sega mentale): perdere tempo ed energie in pensieri inutili e irreali.
Foto: marchsirawit/Adobe Stock
EMILIA31, 24.09.2020