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“Tutti al mare, tutti al mare a mostrar...” cantava Gabriella Ferri
In tutti noi sono ancora ben vivi i ricordi, così come i profumi e l’atmosfera festosa dei pranzi in spiaggia, a volte veri e propri banchetti consumati a un passo dalla riva o nel fresco delle cabine degli stabilimenti balneari. Si trattava di pietanze facili da trasportare nelle indimenticabili, ingombranti borse termiche rigide (ghiacciaia), da gustare tiepide o fredde, spesso già porzionate o facilmente divisibili, preparate dalla mamma o dalla nonna di casa che si svegliavano di buon ora per cucinare. E poi via verso la spiaggia.
A partire dal litorale della Versilia e via via a scendere lungo tutta la penisola, il pranzo al mare assumeva i caratteri di un rito popolare, immortalato in tanti capolavori della cinematografia italiana. La costa tirrenica era all'avanguardia per le strutture balneari dove le famiglie venivano a trascorrere il mese di agosto. Gli stabilimenti (o 'bagni') erano attrezzati per trascorrere comodamente un'intera giornata al mare e al posto dell'ombrellone, per le famiglie che potevano permetterselo, nei lidi con più spazio a disposizione si potevano noleggiare le “tende”, grandi gazebo dotati di sdraio, lettini , tavolo e sedie.
Sotto la tenda ci si riparava dal sole, i bambini giocavano e facevano gli immancabili compiti delle vacanze, gli adulti organizzavano partite a carte e all'ora di pranzo ovviamente, ci si metteva a tavola, magari appena usciti dall'acqua, con i piedi nella sabbia: poche cose sono così allegre e informali, veri e propri momenti di socializzazione e aggregazione: sotto tende e ombrelloni si pranzava tutti alla stessa ora, spesso si assaggiavano i manicaretti dei vicini, si invitavano gli amici a condividere il pasto. Le signore si scambiavano consigli su cotture e ricette e non mancavano piccole discussioni sulla giusta versione di un piatto, basti pensare alle tuttora irrisolte questioni sulla presenza dell’uovo sodo nella parmigiana di melanzane o della maionese nell’insalata di riso. E poi, per tutti, adulti e bambini, scattava l’ora del riposino all’ombra per garantire una buona digestione, “conditio sine qua non” per poter accedere al bagno pomeridiano .
Ed oggi ? Soppiantati da focacce, pizze e tramezzini, senza dubbio pratici e appetitosi ( e generalmente anche molto cari), i tradizionali pranzi al mare sono ormai quasi scomparsi.
E se invece provassimo a riscoprire la cucina di casa? Proprio in questo momento di economia infelice potrebbe aiutarci a ridurre le spese.
Con le opportune rivisitazioni salutiste armonizzate ai nuovi trend gastronomici, vi proponiamo un paio di idee culinarie che si potrebbe provare a portare in spiaggia, senza dimenticarsi però di avviare i pochi, pochissimi residui alla raccolta differenziata, come impone la moderna coscienza ecologista.
Per chi poi non voglia correre il rischio di essere additato come “fagottaro”, così venivano definite a Roma le famiglie che si portavano da casa il fagotto del pranzo, o dove come ad Ostia in virtù di un’ordinanza del Sindaco Virginia Raggi , è ormai vietato il consumo di pasti nelle cabine balneari, rimane sempre l’opzione della tranquillità casalinga del dopo spiaggia, giusta ricompensa di una lunga giornata al mare e, per i meno fortunati, del tempo passato in coda nel traffico del ritorno ( e meno male che le automobili oggi hanno tutte l’aria condizionata!)
Pasta fredda con zucchine, pecorino e scorze di pompelmo
Frittata al forno con piselli e formaggio feta
E a voi non piacerebbe tornare, anche soltanto per una volta, a quei tempi per "passare una giornata al mare solo e con mille lire...." come canta Paolo Conte
Photo: © Fotalia - Pier Paolo Sposato
EMILIA31, 29.06.2017