Dallo sguardo al display: lo smartphone ha cambiato le nostre relazioni?

Dallo sguardo al display: lo smartphone ha cambiato le nostre relazioni?

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C’era un tempo – e non troppo lontano – in cui sedersi al bar con un amico significava parlare, ascoltare, ridere, perfino discutere. Oggi, invece, capita spesso di vedere coppie, amici o famiglie seduti allo stesso tavolo, ognuno assorto nel proprio smartphone, come se il vero incontro fosse altrove, dietro a uno schermo.

Per chi ha superato i cinquant’anni, il cambiamento è stato rapido e profondo. La generazione cresciuta con il telefono fisso, la lettera scritta a mano, la chiacchierata al bar o in cortile, si è trovata in pochi anni a vivere in un mondo connesso 24 ore su 24. Un mondo dove la comunicazione è diventata istantanea, ma non sempre più profonda.

 

La rivoluzione silenziosa dello smartphone

Lo smartphone ha portato con sé tante comodità: possiamo sentire figli e nipoti in ogni momento, vedere le loro foto anche se vivono lontano, ottenere informazioni in pochi secondi, restare in contatto con amici persi da decenni. Ma c’è anche un lato più sottile e meno positivo: la tecnologia ha invaso gli spazi della relazione diretta, quella fatta di sguardi, parole dette e ascoltate dal vivo.

Oggi, in molti contesti, il telefono sembra diventato il terzo invitato al tavolo. Quante volte, in un ristorante o in una caffetteria, ci è capitato di vedere una coppia che non si parla, ognuno impegnato a scorrere messaggi, notizie o video? A volte succede anche a noi. Si prende il telefono “solo un attimo”, ma quel gesto ci allontana da chi abbiamo accanto.

 

Meno parole, più notifiche

Non è una questione di età: anche i più giovani si ritrovano spesso più connessi con chi è lontano che con chi è seduto di fronte. Tuttavia, per chi ha conosciuto un’epoca in cui la socialità era fatta di presenza e dialogo diretto, l’effetto può essere ancora più evidente.

Una volta si parlava durante una passeggiata, oggi si risponde a un messaggio. Si condivideva un pensiero al telefono o al bar, oggi si mette una “reaction” su un post. Il rischio è che la relazione diventi più superficiale, più veloce ma meno empatica.

 

Uomini e donne: stili diversi, stesso schermo

Se osserviamo con attenzione, non è raro notare come uomini e donne utilizzino lo smartphone in modo diverso, anche quando si trovano nello stesso contesto, ad esempio seduti insieme a un tavolo.

L’uomo, in genere, tende a un uso più pratico e funzionale del telefono. È attratto dalle notizie, dallo sport, dai video brevi, magari da un aggiornamento sui risultati finanziari o dai messaggi di lavoro, anche in pensione. Il suo sguardo è spesso concentrato, quasi “isolato”, come se il telefono fosse una piccola finestra personale sul mondo, un rifugio dalla conversazione quando si fa noiosa o impegnativa.

La donna, invece, usa lo smartphone spesso in modo più relazionale. WhatsApp, Facebook, gruppi di amici, figli, parenti, condivisione di foto o commenti su ciò che accade nella vita delle persone care. Per molte donne over 50, lo smartphone è diventato una forma di continuità con la rete di relazioni costruita nel tempo: è il filo che tiene unite amiche e parenti  lontani, figli adulti ormai fuori casa.

Questa differenza può diventare evidente nella quotidianità. Lui legge il giornale online in silenzio, lei manda un messaggio alla figlia per sapere se è tornata a casa. Lei condivide una foto della nipotina sul gruppo di famiglia, lui scorre notizie senza parlarne. Entrambi sono connessi, ma non necessariamente tra loro.

 

Quando lo schermo divide (anche senza volerlo)

Il problema nasce quando questi usi differenti dello smartphone – invece di arricchire il tempo insieme – diventano un ostacolo al dialogo. Non è raro che una donna si senta trascurata se l’uomo è sempre immerso nel telefono senza coinvolgerla in ciò che guarda. O che un uomo si senta “escluso” da conversazioni via chat in cui non trova spazio o interesse.

In altri casi, invece, l’uso del telefono diventa una forma silenziosa di distanza: una coppia seduta a cena che guarda lo schermo invece che parlarsi racconta, senza parole, una certa fatica nel trovare spazi di vero incontro.

 

Come ritrovare l’equilibrio

Conoscere queste differenze non significa giudicare, ma capire. Se l’uomo cerca un momento di “pausa mentale” e la donna cerca relazione anche attraverso il telefono, può essere utile parlarsi apertamente. Basta poco: raccontare ciò che si sta guardando, coinvolgere l’altro, spegnere il telefono per mezz’ora al giorno e dedicarsi solo alla conversazione. Piccoli gesti, ma importanti.

 

Recuperare il valore del tempo insieme

Lo smartphone non è il nemico. È uno strumento. Il problema nasce quando lo strumento prende il posto del rapporto umano. Per questo, forse, può essere utile riscoprire piccoli gesti: mettere il telefono da parte durante il pranzo, guardare negli occhi chi ci parla, ascoltare con attenzione, parlare con calma.

Perché, alla fine, nessuna notifica vale quanto una risata condivisa o uno sguardo complice.

 

 

Foto: AndreyPopov/ AdobeStock

 

 

EMILIA31, 22.10.2025