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Cosa c'entra il coniglio di Pasqua con la resurrezione di Cristo? Perché si cercano le uova?
Vi raccontiamo sei tradizioni pasquali e le loro origini.
Il cero pasquale
Una tradizione molto antica della Pasqua è il cosiddetto cero pasquale. La luce è sempre stata un simbolo di vita. Fin dall'antichità, il simbolo del fuoco è stato considerato qualcosa di sacro, tanto che le sacerdotesse romane avevano il compito di non far mai spegnere il fuoco sacro.
Il cero pasquale affonda le sue radici più antiche nel primo cristianesimo, quando venivano utilizzate numerose candele per illuminare la celebrazione della funzione religiosa della notte pasquale. A Roma, inoltre, era consuetudine illuminare la Veglia Pasquale con ceri alti due metri.
Infine, nel corso dei secoli, il simbolismo del fuoco del solstizio pagano fu trasferito al cero pasquale, cosa che avvenne nell'Impero Francone intorno all'anno 750.
L'antica usanza di dare il cero pasquale a tutti i credenti presenti al rito, ha origine a Gerusalemme.
L'agnello pasquale
La Pasqua è la festa cristiana più ricca di animali. Se a Natale sono I buoi e gli asini ad avere un ruolo importante, a Pasqua la varietà degli animali diventa impressionante: la lepre, la volpe, la cicogna e, naturalmente, l'agnello pasquale.
L'agnello simboleggia la preda inerme contro gli attacchi degli animali selvatici ed è anche il classico animale sacrificale dell'Antico Testamento. Gli israeliti dovevano macellare un agnello durante la festa di Pasqua come segno di gratitudine per l'esodo dall'Egitto. Il Vangelo di Giovanni parla poi di Gesù come dell'"Agnello di Dio", che è andato incontro alla morte in modo innocente e senza opporre resistenza e l’enunciato della consacrazione, "Ecco l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo" si riferisce alla sua morte e risurrezione.
Nei primi tempi del cristianesimo, era consuetudine porre sotto l'altare della carne d'agnello consacrata, che veniva poi mangiata come primo pasto nel giorno della resurrezione.
Oggi l'agnello pasquale viene proposto spesso sotto forma di torta o di dolce. È solitamente accompagnato da una bandiera della vittoria che simboleggia la resurrezione, il superamento della morte e quindi di ogni sofferenza.
L'impasto particolarmente dolce, morbido e burroso con cui viene preparato l'agnello pasquale o la treccia di lievito indica che la Pasqua segna la fine della Quaresima e che ora si può di nuovo banchettare a piacimento.
Il coniglio di Pasqua
I riferimenti biblici all'agnello pasquale sono riconoscibili. Per quanto riguarda invece l'animale pasquale più popolare, il coniglietto, la tradizione ha diverse origini:
In epoca precristiana, la lepre era un simbolo della dea greca dell'amore, Afrodite, e grazie alla sua prolifica riproduzione simboleggiava la fertilità e il potere procreativo (fino a 20 piccoli ogni anno!).
La lepre era l'animale di compagnia della dea germanica occidentale della primavera, Ostara, da cui deriva la parola Ostern, che in Tedesco significa, appunto, Pasqua.
Nel simbolismo animale bizantino-cristiano, la lepre simboleggia Gesù Cristo, che ha portato la vita nella morte: poiché la lepre non ha le palpebre, dorme con gli occhi aperti e questo viene assunto come simbolo della veglia di Cristo il mattino di Pasqua.
Per gli antichi cristiani, la lepre costantemente minacciata era vista come un'immagine del cristianesimo perseguitato.
La storia del successo della lepre che porta le uova è iniziata invece solo 300 anni fa nel sud-ovest della Germania. Tuttavia, ci è voluto molto tempo prima che la lepre si affermasse contro i suoi concorrenti: nella Germania settentrionale e centrale, la volpe, il corvo, il cuculo e la cicogna, sono tutti animali tipici della primavera. Il fatto che la lepre sia stata scelta tra tutti gli animali a simbolo Pasquale, è dovuto - chissà - forse alla sua proverbiale velocità.
Il coniglietto di Pasqua porta le uova solo dal XVII secolo, prima infatti questo ruolo era ricoperto da altri animali, diversi a seconda della regione e talvolta anche dalle campane delle chiese. Tra i Vosgi si diceva che le campane volassero a Roma il giovedì Santo per prendere le uova di Pasqua. Quando tornavano indietro il sabato Santo, le lasciavano cadere nei giardini e nei campi degli abitanti, affinché i bambini potessero divertirsi a trovarle. (Secondo il rito romano, le campane non vengono suonate tra il Giovedì Santo e la Veglia Pasquale in segno di lutto).
Le uova di Pasqua
Nelle culture e religioni antiche, l'uovo era considerato un simbolo di fertilità e rinascita. L'inclusione delle uova nei riti mistici e religiosi può essere fatta risalire all'epoca babilonese. In alcune culture si credeva addirittura che costituissero l'origine dell'umanità e del mondo.
Nel cristianesimo, questa interpretazione simbolica dell'uovo è stata ripresa e sviluppata ulteriormente: il guscio intatto dell'uovo rappresenta la resurrezione di Gesù e per questo motivo l'uovo venne utilizzato dai primi cristiani anche come dono funebre.
A partire dal X secolo, i cristiani copti in Egitto erano soliti regalarsi uova per Pasqua. Si trattava di un uovo conservato con il calore e poi colorato di rosso, a simboleggiare il sangue di Gesù.
Le risate di Pasqua
La risata di Pasqua è una tradizione molto antica. Durante la predica pasquale, il sacerdote racconta aneddoti divertenti per far ridere i fedeli. Le barzellette o le battute sorprendenti nel sermone pasquale erano parte integrante della predica nella liturgia pasquale quasi ovunque fino al XVII secolo. In alcune regioni - soprattutto in Baviera - erano parte integrante delle usanze cristiane dal XIV al XIX secolo. Il contesto è però serio: la risata pasquale intende esprimere la gioia per il fatto che Cristo ha vinto sulla morte. Tuttavia, la risata pasquale è stata aspramente criticata dai protestanti, poiché nel tardo Medioevo pur di far ridere i fedeli, non si lesinavano anche gesti o parole oscene.
L'acqua pasquale
L’acqua è stata da sempre un simbolo di vita e di fertilità. Per questo motivo era onorata dalle tribù germaniche in memoria di Ostera, la dea della primavera e della fertilità. Dopo il trionfo del cristianesimo, l'acqua è stata reinterpretata come simbolo della Pasqua. Un'antica usanza popolare consisteva nell'attingere l'acqua pasquale da un ruscello tra la mezzanotte e l'alba della notte tra il sabato e la domenica di Pasqua, per poi portarla a casa in silenzio. Con questo rito si credeva si potessero curare per un anno intero i disturbi agli occhi, le eruzioni cutanee e altre malattie e di garantire giovinezza e bellezza eterne.
Secondo una credenza popolare, i bambini battezzati con l'acqua di Pasqua sarebbero diventati particolarmente intelligenti.
BUONA PASQUA !
Foto: Photo-SD/AdobeStock
EMILIA31, 28.03.2024