La violenza psicologica

La violenza psicologica

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Se parliamo di violenza, pensiamo subito a quella fisica.  La violenza psicologica o morale, si riferisce alla sfera relazionale e verbale e puó infliggere ancora piú danni alla persona che ne é vittima. Citando Philippe Brenot, autore di numerosi saggi sull´argoment, "la violenza psicologica è un colpo che non lascia traccia." Come si manifesta e come si puó combattere?

 

Le diverse forme di violenza

Incessanti rimproveri, grida, inutilità, umiliazioni o minacce sono le forme di violenza ordinaria contro il partner. Si tratta sia di insulti e critiche che alla lunga minano il rapporto e se ripetuti possono gradualmente entrare a far parte dell´ordinario ai danni della vittima. Alcune parole sono maleducate e veri propri insulti volgari, altre sono critiche piú insidiose come "sei incapace di ... "," sei buono a nulla". Chi pronuncia queste parole sottolinea l´inadeguatezza dell´altro e lo svaluta, a volte anche in pubblico esasperando nella vittima il senso di vergogna ed umiliazione.

La violenza psicologica può anche passare attraverso il semplice silenzio, un silenzio di fronte a domande o commenti dell'altro puó comunicare forte disprezzo, mancanza di attenzione o indifferenza. In particolare l´indifferenza o mancanza di interesse puó essere il non ringraziare l´altro per le cose che fa per lui, non chiedere com´é stata la sua giornata ma darlo in qualche modo per scontato.

Il ricatto emotivo è un'altra forma di violenza psicologica. In questo caso il partner violento minaccerá l´altro per ogni risposta negativa, in particolare lo intimorisce con frasi come "Ti lascio se continui a vedere le tue amiche". Il significato é chiaro, mira a possedere e non ammette contradditorio. A cmpletare il quadro spesso gesti aggressivi, pugni sul tavolo e porte sbattute.

 

Le cause della violenza psicologica  

Il più delle volte, gli uomini negano questa violenza perché si limitano a riprodurre un modello di famiglia ca cui hanno assisitito da bambini. Questi uomini replicano i comportamenti e gli atteggiamenti del padre e del nonno, che si trasferiscono nel nuovo nucleo familiare come se il dominio degli uomini sulle donne fosse naturale. 

Ma il modello puó anche essere capovolto: a volte alla base del comportamento violento puó esserci un´estrema insicurezza che porta a voler prendere il sopravvento sugli altri, pretendere esageratamente per essere certi di ottenere una reazione da parte l'altra persona. Questo è spesso il caso in cui i genitori della persona in questione sono stati imprevedibili a volte di conforto, a volte arrabbiati o indifferenti, senza che il bambino ne capisca il motivo.

 

Come farne fronte?

Per far fronte a questa violenza regolare, è importante parlare con qualcuno che possa mediare nella la coppia a risolvere le tensioni così create. Il rischio è infatti che la vittima perda fiducia in se stessa e le sue possibilità, si chiuda e finisca per accettare questa situazione diventando la donna oggetto. Una terapista di coppia, o mediatrice è specializzata nell´assistere i due partner, ma soprattutto li riceve separatamente. Infatti, una coppia non parla nello stesso modo se presa insieme o individualmente.

Inoltre è importante in questi casi dare un nome alle cose per impedire loro di perpetuare, e non derivare in violenza fisica. Nei casi più gravi, considerare una separazione. Un taglio può anche aiutare entrambi a realizzare la violenza esercitata ogni giorno.  

 

E voi, avete conosciuto persone che subiscono/hanno subito questo tipo di violenza? Vi è mai capitato – anche involontariamente – di esercitarne a vostra volta sul partner? Quale soluzione proporreste a chi subisce giornalmente questa situazione?  

 

 

 

 

Foto © Fotalia - ArtFamily

 

EMILIA31, 10.03.2016