Social dinner: le cene tra sconosciuti per fare nuove amicizie.

Social dinner: le cene tra sconosciuti per fare nuove amicizie.

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Si entra in un ristorante, non si conosce nessuno, passano 5 minuti e si sta già chiacchierando con tutti i partecipanti alla cena come se ci si conoscesse da lungo tempo.

Parliamo della “social dinner” che si pone l’obiettivo di fornire diversi luoghi dove poter socializzare, trovare nuove amicizie o un nuovo amore.

È un’idea di Timeleft, una app che organizza l’incontro di persone  che non si conoscono con un algoritmo che le “sceglie” per passare una serata insieme. Il progetto già attivo in 75 città del mondo, è disponibile anche in Italia, a Roma e Milano.

Il meccanismo è facile: sul sito o sull’app si seleziona la città in cui ci si trova e si risponde a un questionario che spazia da domande sulla propria personalità, sugli interessi e sui gusti in fatto di cucina. Una volta completato il quiz, l’algoritmo fa il resto e sceglie altri cinque profili ritenuti compatibili con il nostro. Vengono poi fissate data e ora della cena (sempre il mercoledì). Il resto si svolge nel mondo reale.

 

Contrastare la solitudine.

Gli utenti non hanno voce in capitolo su chi incontrare e l'algoritmo si concentra sulle dinamiche di gruppo, piuttosto che sulle emozioni individuali.

L’obiettivo è uno: cercare di contrastare la solitudine da social che molte persone provano, soprattutto nei grandi centri urbani.

Nel 2023, un rapporto sulla solitudine, diffuso dalla Commissione europea, ha rivelato che circa il 13% dei residenti nell'Ue ha detto di sentirsi solo per la maggior parte o per tutto il tempo.

L’obiettivo è creare opportunità per rendere reale la magia degli incontri casuali, le conversazioni che ti saresti perso, le persone che non avresti incontrato.

Nell'app sono presenti anche dei giochi per rompere il ghiaccio, e farsi conoscere meglio dagli altri mentre si è a tavola, per superare una eventuale prima fase di imbarazzo.

Una volta selezionata la cena a cui si vuole partecipare, vengono poi comunicati l'indirizzo del ristorante e delle informazioni limitate sui commensali (nazionalità, categorie professionali ecc.).

 

Come funziona

L’appuntamento è al ristorante dove c’è un tavolo prenotato per sei.  Gli invitati arrivano alla spicciolata e vengono ricevuti da una hostess: entrano, si guardano intorno e vengono fatti accomodare al tavolone all’ingresso, ribattezzato il tavolo “dell’amicizia”.

Ciascuno si siede al posto contrassegnato dal proprio nome e iniziale del cognome. I posti ovviamente non possono essere cambiati, dove ci si trova si rimane, anche per mantenere comunque una certa alternanza tra uomo e donna. L’algoritmo organizza automaticamente i tavoli con commensali “compatibili” selezionati in base a età, professione, gusti, interessi

Succede così ogni mercoledì sera in 300 città in tutto il mondo. In Italia, da quest’estate le cene al buio vengono organizzate a Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Roma e Palermo.

 

Bisogno di amicizie autentiche, non virtuali

L’obiettivo è sempre quello di aiutare le persone a socializzare in maniera non più virtuale, come ci hanno abituato i social negli ultimi tempi.

«Viviamo in un mondo iperconnesso, eppure ci sentiamo sempre più soli. Le amicizie vere non sono quelle di Facebook o i follower di Instagram: sono le relazioni che coltiviamo nella vita reale – ammette Daniela, 40enne di Napoli, alla sua seconda cena al buio–. Anche se in queste cene si applica un modello di socializzazione artificiale e in un certo senso controllato, restano comunque un modo per allargare la propria cerchia di conoscenze e magari stabilire amicizie vere, non superficiali. Agli eventi si incontrano persone di tutti i tipi. Ci sono tavoli divertenti e vorresti che la serata non finisse mai; altri con gente di una noia mortale, e non vedi l’ora di scappare. Alla fine, comunque, la speranza sotto sotto è sempre quella di trovare l’anima gemella. C’è chi lo ammette e chi mente . Alle cene sono quasi sempre tutti single, e non è un caso.”

 

Il luogo dell’incontro

Il luogo dell’incontro viene svelato sull’app lo stesso giorno dell’appuntamento, e sui partecipanti vengono date solo informazioni generiche: ambito lavorativo, nazionalità e segno zodiacale. Niente di più. Per aiutare la conversazione tra i sei sconosciuti, alle 20 in punto sull’app si sblocca una sezione con alcune domande “rompighiaccio” da proporre al tavolo per chi ne ha bisogno.

L’obiettivo è socializzare, allargare il giro delle amicizie, uscire dalla solitudine, ma soprattutto dal proprio guscio. L’impatto iniziale può essere imbarazzante ma il ghiaccio si rompe quasi immediatamente. La chiave di tutto sta nello sperimentare, uscire dagli schemi comuni e mettersi a confronto con persone nuove.

La cena si svolge lentamente proprio per dar modo di conversare e conoscersi in tutta tranquillità. Terminato di mangiare si può andare in pista a ballare o rimanere tranquillamente seduti a tavola e continuare la conversazione. 

Protagonista è la comunicazione. Non ci sono regole, è sufficiente la buona educazione.

 

Concludendo, con un minimo di intraprendenza, e qui l’intraprendenza risiede solo nel provare a partecipare alla cena, ciascuno è in grado di trovare in sè una persona diversa, spesso più aperta alla comunicazione di quanto non credesse.

 

 

Foto: Rawpixel.com/Adobe Stock

 

E voi cosa ne pensate? Avete mai partecipato a un evento di questo genere?

 

 

EMILIA31, 30.01.2025