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C’è chi russa, chi ha diversi orari di sonno-veglia, chi discute sullo spessore della coperta... insomma, non è sempre facile condividere le proprie notti con la persona amata!
Una società che mette al primo posto l'individuo e il suo benessere sta forse contribuendo a sgretolare il modello del letto coniugale come luogo sacro della coppia? Esiste una "tipologia" di coppia che preferisce dormire in camere separate? Una decisione del genere mette necessariamente a rischio la coppia o può piuttosto rivelarsi una decisione salvavita?
Il letto matrimoniale, un simbolo.
Il concetto di letto matrimoniale è molto antico. Già presente nelle usanze della Grecia e dell'antica Roma, il suo uso era tuttavia solo sporadico. Il letto non era infatti normalmente utilizzato per dormire insieme.
Il sociologo Jean-Claude Kaufmann ricorda che fu la Chiesa cattolica che, alla fine del Medioevo, definì „ il letto matrimoniale come simbolo dell'unione coniugale e della funzione procreativa divina. A condizione che le effusini rimangano 'sobrie', acquisisce un carattere sacro per la coppia". Questo principio non valeva però né per la famiglia reale, né per l'aristocrazia, che si prodigavano in scappatelle notturne nel letto del coniuge o dell'amante, lasciando una stanza a parte per il resto. È chiaro, come dice ancora il sociologo, che "un tale carico simbolico non è facile da mettere da parte". In effetti, la camera da letto coniugale rappresenta ancora spesso un ideale. Il simbolo della coppia unita e felice, un rifugio che gli permette di mantenere una complicità, carnale ma anche cerebrale. La condivisione o meno della stanza coniugale rimane per molti un barometro dello stato della coppia, tanto che siamo spontaneamente portati a valutare in crisi quelle coppie che scelgono di riacquistare la propria intimità optando per una stanza separata.
Cambiano le circostanze.
Non è sempre facile passare notti tranquille con qualcuno al tuo fianco. Sono molteplici infatti gli elementi che possono disturbare il sonno: il russare, i movimenti dell'altra persona, il calore del corpo, la condivisione delle coperte, o ancora i diversi ritmi notturni. Le camere da letto separate sembrano la soluzione più allettante per le coppie più rodate e insieme da lungo tempo. Se da un lato infatti, gli inevitabili disagi della condivisione del letto sono meno preoccupanti per i giovani, dall'altro, con il passare degli anni, scema la passione dei primi tempi, quando non si vedeva l'ora di ritrovarsi e non importava se fosse un piccolo letto singolo.
Con gli anni anche gli impegni e i vincoli della vita quotidiana diventano più pesanti: conciliare il lavoro, la famiglia e il tempo libero può essere una maratona e spesso assicurarsi una buona notte di sonno diventa una scelta vitale. La maggior parte delle persone anziane, prima o poi, compie questo passo. Con l'avanzare dell'età, riuscire a dormire per 8 ore filate è spesso una chimera e, dato che nella maggior parte dei casi si dispone nuovamente della camera dei figli usciti di casa, accade facilmente che uno dei due coniugi si trasferisca, creandovi la sua oasi di pace.
Tuttavia sembra che da qualche anno la necessità di dormire separati stia colpendo sempre più anche le coppie giovani, fatto senza dubbio dovuto all'evoluzione della nostra società. L'emancipazione delle donne, il ruolo centrale dell'individuo che rivendica il diritto al benessere e al comfort personale, stanno contribuendo a cambiare le cose. Mentre solo pochi decenni fa le coppie passavano le loro serate insieme, oggi non è raro vedere i membri della stessa famiglia sparpagliati per la casa intenti in attività diverse, tra lettura, tablet o TV. Questa nuova indipendenza tende a influenzare naturalmente anche le abitudini coniugali. Infine, va notato che alcune persone, qualunque sia la loro età, rivendicano un bisogno di libertà e indipendenza e non possono concepire di dormire sempre accanto al proprio compagno.
Spetta a ogni coppia trovare il proprio equilibrio.
Il nido coniugale ci permette di incontrarci per momenti di intimità e tenerezza. Questo incontro dei corpi rimane essenziale in ogni rapporto d'amore. Incontrarsi a letto fianco a fianco la sera apre spesso anche un'incantevole parentesi che favorisce il dialogo e lo scambio, attività che le nostre agende sovraccariche non ci permettono durante il giorno. Per molte persone, condividere la notte con l'altra persona, conforta e rassicura. Quindi, il fatto di considerare o decidere di avere una stanza separata non ve considerato necessariamente come un chiaro segno di una crisi coniugale?
Al contrario. Il fatto di dormire separati può essere considerato addirittura un buon modo per riaccendere il desiderio. Da un lato non si è più disturbati dai soliti fastidi che possono diventare dei veri e propri killer dell'amore, d'altro si mantiene vivo il desiderio che rende più piccante il rapporto e contribuisce alla sua longevità.
Se ci si attiene a considerazioni pragmatiche, perché non considerare che il sonno è d'oro? Che è meglio sacrificare le notti coniugali ma essere in forma, positivi e di buon umore invece di essere irritabili e mettere in pericolo la coppia? Infine, il desiderio di trovare o conservare un proprio universo, "la propria tana", dopo una vita familiare spesso fatta di " costanti intrusioni " può sembrare, tutto sommato, anche legittimo.
Avete mai avuto una stanza da letto separata dal vostro partner? Se sì, a che punto della relazione? Perché l'avete fatto?
Foto: Image stux from Pixabay
EMILIA31, 28.05.2020