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Nonostante la musicoterapia abbia ancora una reputazione piuttosto magica o addirittura mistica, è stata riconosciuta come un metodo psicoterapeutico con il quale si utilizza la musica per ripristinare o mantenere la salute del corpo e della psiche. Senza uso di parole, la musica può creare un accesso immediato a sentimenti profondi e a ricordi dimenticati da tempo, fatto che la rende un potente strumento terapeutico.
Cos'è la musicoterapia?
La musica gioca un ruolo importante nella vita delle persone. Fin prima di venire al mondo, percepiamo voci e suoni nel grembo materno e tutti abbiamo sperimentato come alcune melodie ci rendano felici e ci facciano ballare, altre invece ci intristiscano. La neurologia è arrivata a dimostrare con le tecniche di imaging che la musica ha una comprovata influenza sulla nostra struttura cerebrale, crea un accesso al nostro mondo interiore che permette di far emergere anche i sentimenti più profondi e celati, innescando nel cervello cambiamenti che non possono essere ottenuti in questa forma con altri mezzi.
Già i nostri antenati sapevano che la musica può avere un effetto curativo e anche nell'antichità la musica veniva usata per curare i pazienti. Saulo, il primo re d'Israele, usò la magia della musica 1.000 anni prima di Cristo. "Ora, quando lo Spirito di Dio venne su Saulo, Davide prese l'arpa e suonò con la sua mano; e Saulo si rinfrescò e divenne migliore con lui, e lo spirito maligno si allontanò da lui", dice la Bibbia di Lutero del 1545.
Oggi la musicoterapia viene offerta come supporto terapeutico nelle cliniche o negli ambulatori per combattere molti disagi fisici o mentali e, a seconda dell'orientamento formativo del terapeuta, fa ricorso a principi psicologici, comportamentali, medici o addirittura neurologici profondi.
Come fare musicoterapia.
Non è necessario avere alcuna qualifica musicale. La musicoterapia è adatta a persone di tutte le età e viene utilizzata con successo per i disturbi mentali, come la depressione o i disturbi d'ansia, ma anche per le persone affette da demenza, autismo o malattie fisiche.
Come detto, il vantaggio della musicoterapia è che inizialmente funziona senza l’uso della parola. Ciò significa che anche le persone che hanno difficoltà a parlare o a capire un discorso, possano usare la musica per stabilire un contatto con il terapeuta.
Cosa si fa nella musicoterapia?
Distinguiamo tra musicoterapia ricettiva e musicoterapia attiva.
Nella musicoterapia ricettiva, il terapeuta suona la musica al paziente e lascia che i suoni lavorino su di lui.
Nella musicoterapia attiva, il paziente produce da solo i suoni e può provare diversi strumenti. Tuttavia, non si tratta di un paziente che impara uno strumento musicale o che viene formato musicalmente, l’obiettivo è infatti quello far sì che la persona stabilisca un legame con i suoi sentimenti e sviluppi la sua creatività.
Inoltre, può essere utilizzata per rafforzare l'espressività del paziente, aumentarne la capacità di concentrazione o di lavorare sulla percezione del corpo e sulla fiducia in se stesso. Mentre per le persone anziane o i pazienti affetti da demenza, le canzoni familiari possono risvegliare i ricordi, nella musicoterapia di gruppo può venirsi a creare un forte senso di appartenenza e di sicurezza attraverso l'improvvisazione collettiva.
Quali sono i rischi della musicoterapia?
La musica può portare in superficie sentimenti che sono stati nascosti a lungo e profondamente. Se le persone hanno avuto esperienze traumatiche, i sentimenti del trauma possono riapparire e, senza un supporto terapeutico, tale ritraumatizzazione può avere conseguenze negative per il paziente.
Musica e depressione.
È noto che la musica può avere un effetto calmante e rilassante su corpo e anima. Ma è anche possibile utilizzare la musica in modo specifico contro i disturbi d'ansia e la depressione, che è ormai una malattia molto diffusa.
Anche tra le mura domestiche gli smartphone e il flusso continuo di informazionil ci tengono infatti in uno stato di allerta continuo che spesso conduce a sovrastimolazione, burnout e stati d'animo depressivi.
Effetto curativo della musica.
Cosa dice la scienza sull'effetto curativo della musica? Prima di tutto va considerato che la musica può avere su ognuno un effetto diverso, venendo influenzato da fattori soggettivi, come lo stato d'animo generale, l'educazione e le esperienze di vita.
Il musicologo americano Arthur W. Harvey parla di quattro livelli di effetto della musicoterapia.
Stimolazione delle funzioni cerebrali: Secondo Harvey, la musica può stimolare la percezione e l'elaborazione sensoriale e stimolare l'attività mentale.
Risposta emotiva: Anche in persone chiuse o autistiche, la musica può provocare una risposta emotiva.
Reazione biofisica: come descritto in precedenza, la musica innesca reazioni biofisiche, come i cambiamenti della pressione sanguigna e del polso.
Influenza sulla coscienza e sul subconscio: La musica può influenzare la nostra coscienza e il nostro stato d'animo e può avere un effetto positivo sui nostri pensieri e sul subconscio.
Perché piangiamo con la musica?
Il senso dell'udito è uno dei nostri sensi più sensibili. È strettamente connesso con le nostre emozioni. In termini puramente anatomici, le nostre orecchie e il nostro sistema limbico sono strettamente collegati, ed è proprio per questo motivo che la musica viene utilizzata come mezzo di manipolazione nella pubblicità.
Quando l'oscurità avvolge l'anima, ascoltare pezzi malinconici può dare conforto quanto la presenza di un caro amico, ci avvolge come un caldo, morbido mantello imbalsamando l’anima.
Simon e Garfunkel hanno espresso perfettamente questa sensazione con le prime parole del loro famosissimo pezzo "Sound of Silence":
"Ciao buio, mio vecchio amico mio, sono venuto a parlare di nuovo con te…".
Foto: Syda Productions/Adobe Stock
Cosa ne pensate? Avete qualche esperienza da raccontare a riguardo? La musica vi ha mai aiutati in qualche periodo difficile?
EMILIA31, 29.10.2020